Mi piace scrivere di politica. Si sa.
Da sempre.
Adesso, rispetto ad anni
fa, forse lo faccio con maggiore lucidità: e questo mi piace di più
ancora.
"Servizio Pubblico"
di ieri sera, è – ahinoi! – il nodo politico del momento, o
almeno così hanno voluto farci credere. Vale la pena allora, con lucidità
ricordo, spenderci un paio di chiacchiere.
tutto tutto, niente niente |
Per ragioni che molto
spesso ho detto in passato, e che c'entrano assolutamente con il
berlusconismo, la questione era ed è – e forse sarà – chi ha
vinto e chi ha perso.
Parto con il dire, scendendo nel basso della storia dialettica: per me
è stato un pareggio. Avrei potuto dire, che a vincere è stata la
pluralità d'informazione, ma non ci credo minimamente. Credo più
che a perdere sono stati tutti quei telespettatori, all'opposto che
laici, che hanno tifato per l'una o l'altra squadra. Hanno perso,
perché sia Santoro che Travaglio, così come e a maggior ragione
Berlusconi, sono gente che se non altro sanno stare al mondo, e che quel modo
fanatico di approcciarsi alla politica l'hanno inventato, traendone
guadagno. I primi direttamente economico: inquadrare nel mirino
l'avversario Berlusconi, è servito a vendere (trasmissioni, come
libri) ad un ampio pubblico di credenti, riempendo ben bene i propri
portafogli. Il Secondo, con questo ultrà-ismo strisciante, ha
reso forte un partito vuoto e senza ragioni, permettendo a se stesso
e a vari aficionados, una perpetrata permanenza al potere: sì,
se pensate che anche il suo portafoglio con questo si sia riempito, è
vero, ma quello era già abbastanza imbottito.
Il pareggio è frutto
delle regole precedentemente scritte: alto share (che si è attestato
al 33,58%. ndEm), e riqualificazioni dell'immagine. Un po', alla
volemoce bene. D'altronde la caciara, l'abbandono dello
studio, le accuse reciproche, non avrebbero valso a nessuno. Insomma: così doveva andare, così è stato, scemo chi si credeva diversamente.
Forse a vincere è stato
lo stile: questo sì. Niente risse, anche se qualche caduta. L'episodio della
lettere letta dal Presidente è stata indubbiamente una di queste:
l'interruzione è stata frutto di un ravvedimento, la battuta sulla
poca ironia dei conduttori, la successiva conferma – del
ravvedimento, intendo. Per cerchiobottare, a mio personale avviso,
certi interventi del pubblico e a volte quelli di Innocenzi, non sono
stati proprio pieni di aplomb, ma ci può anche stare: in
entrambi i casi.
Sul succo delle
questioni, Berlusconi non è sembrato lucido come ai vecchi tempi. Ai
tempi del "Si contenga!!" telefonico, ai tempi della vecchia tigre. Parlo per esempio della questione sui rapporti con la Lega: un
filo del rasoio dove uno come Berlusconi non è capace di camminare,
per abitudine. O ancora, mi riferisco al fantomatico complotto della
Germania per farlo cadere: il nome sbagliato della banca (sbagliato?!), la
ricostruzione del thriller finanziario, le accuse da Zeitgeist,
sembravano deliri. In ultimo la storia di Tremonti, che chiude il
cerchio del rapporto con la Lega. Questioni sostanziali, nodi
politici, su cui ha dimostrato molta e profonda debolezza: ma questo
si sapeva già.
Concludendo, a me la
trasmissione è piaciuta, in definitiva, a tratti mi ha proprio
divertito. L'approccio laico, consapevole, forse era il migliore dei
modi (e dei mondi) per telespettare
(che è oggettivamente un modo orribile, per definire il verbo con
cui compie l'azione il "telespettatore").
Grazie a Dio sono laico.
Ma voi, cosa vi aspettavate?
Link:
- Berlusconismo
- Vecchie storielle, sempre buone
- Politica
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