È sicuramente un pastrocchio, un altro come se non bastasse quella roba di AP dell'altra volta. Gli Usa stanno già in subbuglio: lì, si sa, la libertà è qualcosa di genetico che viene prima d'ogni altra cosa. Anche qua da noi - e nel resto del mondo - ci si comincia già chiedere come potrà Obama spiegare quest'invasione nella privacy dei suoi cittadini.
Il punto, per me, non è proprio questo. Perché è vero sì, che il fatto è grave e che andrà spiegato - soprattutto se contestualizzato negli States, luogo in cui certe cose non sono affatto ben digerite, come dicevo prima - ma c'è dell'altro. Per me quello su cui dovrà spendersi Obama, non è tanto lo spiegare che il principale organo di sicurezza interna statunitense fatto di funzionari e spie, stia spiando e raccogliendo informazioni dalle attività giornaliere degli statunitensi. No: il punto, più importante e grave, è chiarire il come mai certe attività arrivino alla bocca dei media con tanta facilità. Incontinenza che male si sposa con la sicurezza.
Questo è secondo me il punto vero: non tanto di dar conto alle intercettazioni, perché si sa che negli Stati Uniti, con il terrorismo e la sicurezza della repubblica, si può giustificare tutto e di più.
Nota divulgativa: c'è una importante questione di scelta lessicale, sulla quale ero caduto - disattento - anch'io. Non si tratta di "intercettazioni", ma di "analisi di dati" telefonici. Sono stati utilizzati metadati che non identificano esattamente gli interessati - come succede con le intercettazioni - ma lasciano spazio. Infatti numeri telefonici, codici identificativi dei telefoni, orario e durata delle chiamate, non sono identificativi dei soggetti. Si chiama alegality, che significa agire in un contesto di fondo non legale, ma sfruttando buchi della legislazione.
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