Colpito alla testa durante un raid dell'esercito USA, ad Abbotabad, in Pakistan: così è stato ucciso il leader di Al Qaeda, Osama Bin Laden.
Barck Obama ha dato l'annuncio nella notte, e basta cercare in internet, per capire come la notizia è stata presa negli Stati Uniti. Una folla si è radunata intorno alle 2 del mattino, spontaneamente, senza appuntamento, a Ground Zero, gridando "USA USA".
Il luogo della morte, si trasforma in una festa della vita. La morte del terrore, libera i sentimenti, le emozioni, la gioia, in un modo incondizionato ed incontrollato, come mai più dopo l'11 settembre di 3.519 giorni fa, era stato possibile fare: soprattutto i quel paese, gli Stati Uniti, e il suo popolo, che ha convissuto con il timore (molto più sentito che da noi) per tutto questo tempo.
Osama diventa vivo, nella la sua morte, perché riesce a muovere i sentimenti vitali di un popolo: come purtroppo lo era riuscito a fare drammaticamente, nella sua vita. E' la raffigurazione del nemico per antonomasia, quello che riesce a riunire, ad affratellare, per batterlo, e genera vita, gioia, quando viene sconfitto.
Niente Onore, per la morte del nemico; senza ipocrisia, troppo sangue, troppo odio. Una cosa però, un qualcosa di simile all'umana dignità e il rispetto verso la morte, quello che è mancato per capirci a Piazzale Loreto. Evitate di mostrateci il corpo (promessa fatta da Obama) come trofeo di caccia: se possibile evitateci la morte come spettacolo, non dimenticheremo mai lo stesso, l'orrore della sua vita.
Intanto Obama si salva, grazie a un piano "inventato" da Bush.
Intanto Obama si salva, grazie a un piano "inventato" da Bush.
gira un post con un titolo sbagliato (errore di battitura), credo sia partito in qualche feed.. ..pardon, il titolo vero ovviamente è questo.
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